Il “sogno di un’antica speranza” (cantava Gaber) è per me il libro colmo delle pagine di questa vita che potrò leggerti fino a quando saremo l’una accanto all’altro, fino a quando ti stancherai e guarderai altrove; un giorno, forse, diverrò una eco di pause o un’ombra che si staglierà silenziosa sul tuo cammino. Ricorda che, qualsiasi cosa accadrà, ti avvolgerò e ti proteggerò da tutti i mostri contro cui dovrai sguainare la spada. Gioirò per le tue vittorie e ti sosterrò anche se sarò senza gambe e braccia, anche se sarò solo vento o una stella lontana. Sarò sempre quella roccia dipinta dai tuoi colori su cui potrai tornare, su cui potrai aggrapparti per non affogare, e che potrai lanciare e riprendere e abbracciare, e su cui poggerai un giorno la guancia e ci sentirai il mio bacio per te, e le galassie dei miei pensieri per te.
Oggi una piccola pietra si è fatta amore, e tutto il resto del mondo ha smesso di contare.
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