“Dove sei stata fino ad ora?” – disse lui affacciandosi sugli occhi di lei per sbirciare le grotte del suo cuore.
Attorno a loro nessun confine e nessun orizzonte, attorno a loro l’universo sostava e li avvolgeva, li contraeva e li espandeva. Non era giorno e non era notte, semplicemente era un istante, una fotografia abbandonata, l’orecchio ad una pagina di un libro, il vetro appannato di una finestra affacciata su di un abisso, un ricciolo residuo di una matita temperata, il profumo del fuoco.
“Da quanto tempo sei qui?” – chiese ancora lui con gli occhi spalancati e distesi sulle dune dei respiri di lei.
Allungò le sue braccia come rami che cercano la luce e con le dita disegnò un sogno sui capelli di lei mossi dal vento. Lei socchiuse gli occhi e poggiò il suo viso sulla spalla di lui, poi rispose – “Ora sono qui, accanto a te”, e gli carezzò il viso; poi aggiunse – “Che buon sapore che hanno i tuoi pensieri!”.
Nessun luogo fu il loro luogo, nessun tempo fu il loro tempo, nessun peso fu il loro peso.
“Leggero, mi sento così leggero!” – sussurrò lui con le labbra appoggiate alle guance di lei, a pochi millimetri dalle sue labbra.
Le stelle sembravano fuochi d’artificio e loro rimasero lì, sospesi, ad osservare lo spettacolo dell’esistenza.
Lei spostò il viso per incontrare le labbra di lui e disse – “ti sento!”.
Le loro anime sussultarono e il tempo si diluì fra le pause dei battiti dei loro cuori.
Il silenzio fu un sigillo. Tutto cospirò affinché quell’equilibrio diventasse una costante inviolabile.
La realtà sfiorì arrendendosi a qualcosa di ancora più tangibile di se stessa; qualcosa che non ha un nome, una forma, un colore, un suono, un odore ma che di ogni cosa ha tutti i nomi, le forme, i colori, i suoni e gli odori.
Così la malinconia, la gioia, la rabbia, la paura, la sorpresa, l’incanto e tutte le altre emozioni si fusero in una sola stella.
“Danza con me sul serto che adorna i nostri confini immaginari!”
“Danza con me lungo il sentiero che ci fa puntare dritti ai nostri orizzonti immaginari!”
In equilibrio
Scritto e pubblicato il
da Marco Placido Stissi (alias “
“)
Una risposta a “In equilibrio”
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Non è facile commentare qualcosa di bello che lascia spazio ai sogni specialmente a chi come me sogna ad occhi aperti.
Grazie per avermi regalato un sogno.
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