Quando hai scelto di rallentare il tempo
per non turbare il tuo cuore
con i suoi solchi profondi
io ero dall’altro lato del mondo
e ti cercavo dentro ogni cosa
convinto che ci saremmo incontrati.
Ero certo che sarei risorto
di fronte al tuo colossale sorriso.
Quando ho scelto
di salire le scale della tua voce
che si dondolava fra i capelli del vento
ho raggiunto una nuvola solitaria
e vi ho trovato pezzi della tua storia
sparsi a casaccio sulla sua armatura.
Da lì su
la vita mi è parsa così bella,
così semplice, così colorata;
da lì su
nessun rumore poteva distrarre i pensieri.
Era lì, forse,
che tu sostavi quando chiudevi gli occhi
fuggendo dal dolore,
fuggendo dalla paura.
Non so quando e se mai più
salirai lì su
ma ho portato con me
uno zaino pieno di legni e di mattoni,
chiodi d’argento e la mia mano come martello.
Ti ho costruito una casa,
mio amore senza volto,
te l’ho costruita sulla tua piccola nuvola
dove forse un giorno
ci potremo incontrare
e, tenendoci per mano,
osserveremo la fine del mondo.
Ti ho costruito una casa sulla tua nuvola solitaria
Scritto e pubblicato il
da Marco Placido Stissi (alias “
“)
Una risposta a “Ti ho costruito una casa sulla tua nuvola solitaria”
-
Abbiamo tutti una casa lassù ma forse abbiamo dimenticato la strada.
Bellissima ❤️
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